Myriam Gottschalk, Partner Development Manager di Google Cloud, è stata nostra ospite e ci ha raccontato delle potenzialità della GenAI e di come Google – del quale Sopra Steria è premier partner – stia guidando questa
rivoluzione tecnologica, aprendo nuove strade per l’innovazione e la trasformazione digitale delle aziende.
Come sta cambiando il panorama tecnologico con l'introduzione della GenAI?
«L'Intelligenza Artificiale Generativa sta trasformando completamente il nostro approccio alla tecnologia. Questo cambiamento non è solo tecnico, ma anche culturale e, per questo, richiede una profonda evoluzione nel modo in cui concepiamo
il lavoro, i processi e l'innovazione. Per le aziende, questo significa rivedere le proprie strategie e capitalizzare sulle opportunità offerte dalla GenAI.
L’AI generativa non si limita a replicare modelli
di comportamento o analisi dati: è in grado di creare contenuti, interpretare informazioni e sviluppare soluzioni basate su esigenze specifiche. Questo apre la porta a nuove applicazioni in settori anche molto diversi fra loro, come l’e-commerce,
l'assistenza sanitaria e molti altri.
Stiamo parlando di una tecnologia che ha il potenziale per automatizzare attività complesse e liberare tempo per la creatività e l’innovazione».
Quali sono i fattori chiave che determinano il successo della GenAI?
«Il successo della GenAI dipende dalla profondità della ricerca e dell’innovazione che la supportano: la GenAI non è emersa dal nulla. Per Google, è stata il risultato di decenni di ricerca in AI, machine learning e reti
neurali. I progressi che abbiamo visto negli ultimi anni sono dovuti in gran parte all’integrazione di queste tecnologie con sistemi di calcolo sempre più potenti».
Anche le infrastrutture tecnologiche attuali
giocano un ruolo cruciale nel successo dell’AI generativa: «Perché la GenAI possa esprimere tutto il suo potenziale, è necessario che sia supportata da infrastrutture in grado di gestire grandi quantità di dati, modelli
di AI avanzati e applicazioni scalabili. In altre parole, le aziende devono essere pronte ad abbracciare un cambiamento a livello di dati e strategia tecnologica».
Il ruolo delle persone: qual è la nostra responsabilità
nel plasmare l'AI?
«La GenAI ha delle potenzialità incredibili, ma il suo impatto dipende interamente da come gli esseri umani la gestiscono. L'intelligenza artificiale generativa lavora su dati forniti da noi, ed è
qui che la responsabilità diventa cruciale: la qualità dei dati, la loro accuratezza e il rispetto delle normative etiche sono fondamentali.
Le persone devono considerare l’AI come uno strumento da modellare
perché questo vada a vantaggio degli obiettivi della società, e non il contrario. La GenAI deve essere trasparente, sicura e soprattutto utile alle persone. Per poter sfruttare al meglio le tecnologie emergenti, è importante comprenderne
sia i benefici che i limiti, così come le implicazioni etiche».
L’interazione fra uomo ed AI è sempre più centrale nello sviluppo di soluzioni innovative, richiedendo un equilibrio tra automazione
tecnologica e intervento umano per garantire che le applicazioni di AI siano etiche, efficaci e adattabili alle esigenze reali.
Ecco una breve dimostrazione di uno scambio fra Gemini – il modello di intelligenza artificiale
generativa multimodale sviluppato da Google – e un’interlocutrice:
Quale impatto può avere la GenAI su settori chiave – e così diversi tra loro - come
l’e-commerce e la sanità?
«Nel commercio digitale, per esempio, la GenAI sta aiutando le aziende a migliorare l’esperienza del consumatore, attraverso raccomandazioni personalizzate, assistenza automatizzata e interazioni
conversazionali. Questo non solo facilita la vita dei clienti, ma consente alle aziende di rispondere più rapidamente alle tendenze del mercato.
In ambito sanitario, invece, l'AI generativa sta aprendo nuove strade nella
prevenzione e nella diagnosi di malattie. Le potenzialità della GenAI sono immense, insomma, soprattutto nella parte di analisi preventiva. Per esempio, nel 2016 in Google abbiamo cominciato a fare approfondimenti e ricerche sull’applicazione
dell’AI alla diagnosi precoce dei disagi dovuti alle malattie della retina, mentre ora ci stiamo allargando alla parte più legata alla prevenzione dei tumori».
Quali sono le maggiori sfide che le organizzazioni
devono affrontare per poter sfruttare appieno i vantaggi della GenAI?
«Un aspetto cruciale per implementare correttamente l'AI generativa è la gestione dei dati e, purtroppo, molte aziende non sono ancora pronte ad affrontare
questa sfida: il 90% dei dati aziendali è ancora non strutturato e non sfruttato. Questo è un problema, perché la GenAI richiede dati ben organizzati per funzionare al meglio.
L’intelligenza artificiale
generativa obbliga le organizzazioni a rivedere la loro strategia di gestione dei dati. Le aziende devono fare uno sforzo per mettere in ordine i propri dati e costruire una solida governance. Solo così potranno sfruttare appieno le potenzialità
della GenAI».
Qual è il ruolo delle POC (Proof Of Concept) in questo scenario?
Quando le aziende vogliono adottare la GenAI, non possiamo semplicemente andare avanti alla cieca.
«È fondamentale passare attraverso un processo di identificazione delle reali esigenze del cliente e capire quali sono i punti critici da risolvere. Le POC ricoprono un’importanza fondamentale e, ancora più cruciale, è il coinvolgimento umano in queste fasi iniziali.
Le Proof Of Concept devono essere mirate e costruite su casi d’uso reali e concreti, dove l’essere umano svolge un ruolo centrale nel fornire input e interpretare i risultati. L'importante è continuare a testare e migliorare, e farlo sempre con un occhio critico e orientato agli obiettivi di business. Solo così si possono costruire soluzioni AI che portino reale valore».
Verso un futuro condiviso
tra persone e AI
Dalla preziosa testimonianza di Myriam Gottschalk emerge un quadro chiaro del futuro dell'intelligenza artificiale generativa: l’AI, e in particolare la GenAI, sta già rivoluzionando il nostro modo di lavorare
e vivere, ma il vero potenziale di questa tecnologia dipenderà sempre dalle persone che la utilizzeranno e dalle loro scelte.
«La GenAI non è solo una rivoluzione tecnologica, ma un cambiamento che coinvolge
tutti noi. È nelle nostre mani assicurare che questa tecnologia venga utilizzata per il bene comune e per migliorare le vite delle persone. L'AI ha bisogno dell'intelligenza e della creatività umana per prosperare» ha concluso
Gottschalk.