Rivoluzione nell'Open Finance: un’analisi della PSD3

di Manuele Mason - Consultant Senior Manager
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Siamo a una tappa fondamentale nella trasformazione digitale dell'economia europea: lo scorso 28 giugno la Commissione Europea ha presentato un insieme di proposte legislative che hanno l'obiettivo di rivoluzionare il settore finanziario promuovendo una maggiore tutela dei consumatori e stimolando l'innovazione nei pagamenti elettronici. L'UE ha riconosciuto, infatti, l'importanza delle tecnologie emergenti - quali l'intelligenza artificiale, il Machine Learning e la tecnologia DLT - nel plasmare il futuro del settore finanziario. 

PSD3: cos’è e a cosa mira? 

PSD sta per Payment Service Directive, un insieme di regole che governano il funzionamento dei pagamenti all’interno dell’Unione Europea. 

La prima normativa con un chiaro riferimento “PSD”, entrata in vigore nel 2007, ha segnato un’accelerazione nell’ambito delle regole che governavano il mondo dei pagamenti: è con la c.d. PSD1 che viene introdotto il mercato unico dei pagamenti in tutta l'Unione Europea

Nel 2015, poi, viene creato il primo mercato unico dei pagamenti, vengono accettati nel mercato nuovi player e viene migliorata la protezione dei consumatori tramite l’introduzione della Strong Customer Authentication

La PSD3, invece, mira a rafforzare la regolamentazione degli istituti di pagamento nell’Unione Europea operanti quali Prestatori di Servizi di Pagamento vigilati. La direttiva introduce nuove normative riguardanti i servizi di prelievo di contanti, richiede l'elaborazione di un piano di liquidazione come parte del processo di richiesta di autorizzazione e amplia le possibilità di protezione dei fondi. 

Inoltre, la PSD3 si propone di potenziare la trasparenza e l'efficienza nel settore dei pagamenti con l'obiettivo di mantenere registri sempre aggiornati delle istituzioni autorizzate e stabilire un quadro per la cooperazione transfrontaliera. 

Protezione contro le frodi e rafforzamento dei diritti dei consumatori 

Fra gli ambiti nei quali la PSD3 ha impattato maggiormente troviamo:  

  • Il rafforzamento delle misure per combattere le frodi nei pagamenti: si sono diffuse nuove metodologie di frode per le quali la PSD2 non era preparata, come lo spoofing. Con la PSD3, invece, vengono proposte ulteriori misure antifrode, sia in materia di prevenzione, che di mezzi di ricorso. 
  • L’accesso per i prestatori di servizi di pagamento non bancari ai sistemi di pagamento dell'UE: il rifiuto da parte delle banche commerciali di aprire un conto di regolamento per gli istituti di pagamento e gli istituti di moneta elettronica crea una dipendenza strutturale che non favorisce il concetto di concorrenza che la Commissione Europea vuole promuovere. Per contrastare questi comportamenti, verranno rafforzate le norme sull'ammissione degli istituti di pagamento e gli istituti di moneta elettronica come partecipanti al sistema. 
  • Il miglioramento dell’Open Banking: i PSP saranno chiamati a sviluppare una dashboard dei "consensi" che permetterà ai clienti di monitorare quali TPP hanno ottenuto l'autorizzazione ad accedere ai loro dati.  
  • Il miglioramento dei diritti dei consumatori: la nuova proposta permette ai consumatori di avere una visione più trasparente del costo stimato relativamente alle spese per la conversione di valuta; agli estratti conto dei pagamenti e ai costi sostenuti per l’utilizzo di ATM. 
  • La disponibilità di denaro contante: l’obiettivo è permettere agli utenti il prelievo di denaro contante presso qualsiasi attività commerciale.  

È evidente che le disposizioni, seppur specifiche in molti tratti, restano comunque generali e questa è l’espressione della circostanza per cui l’Unione Europea si trova nel mezzo di un percorso di transizione strategico che mira a creare un framework normativo atto a promuovere l’innovazione.

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