Nell’epoca che vede protagonista l’Agile Transformation proliferano sempre più le soluzioni basate su approcci Agile, ritenuti a giudizio di molti più efficaci per la gestione di progetti calati in contesti in continuo cambiamento. Ma come si dà vita a un progetto agile? Qual è il punto di partenza?
Uno dei miti associati all'approccio Agile è che non sia prevista la definizione di una pianificazione iniziale e che, quindi, non ci sia un momento in cui stabilire gli obiettivi e il perimetro del progetto in maniera semplice e chiara per tutto il team. La realtà, però, è ben diversa: sappiamo, infatti, quanto uno dei principi dell'agilità si basi sull'attitudine a conversare con il mercato. È proprio per questo che una fase di set-up iniziale è imprescindibile per comprendere appieno le esigenze degli utenti finali.
Questa fase prende il nome di “Inception”. In un classico progetto Waterfall, le prime fasi progettuali di design sono caratterizzate da un intenso scambio di documenti e da una dettagliata analisi dei requisiti che porta alla definizione di un piano di lavoro (Gantt) per sua natura immutabile, concordato e approvato dal cliente.
La soluzione Inception, invece, si può definire come un “processo di problem solving strategico"; un’attività strutturata in diverse fasi di confronto e di brainstorming tra i principali attori coinvolti in un’iniziativa, dalla quale si uscirà con una vision chiara e condivisa del prodotto, la strategia di sviluppo prescelta, un MVP e una roadmap per raggiungerlo. A differenza di un Gantt, una roadmap è viva, si muove ed evolve nel tempo per tenere conto delle nuove esigenze di business.
Per Minimum Viable Product (MVP) si intende, invece, una versione minima ma perfettamente funzionante di un prodotto, di un'interfaccia o di un servizio. Permette di testare rapidamente un'idea di business sul mercato e di approvarla se soddisfa le principali esigenze dei clienti. La raccolta di feedbacks su questa prima versione permetterà di guidare efficacemente lo sviluppo e i miglioramenti futuri del prodotto.
Il valore aggiunto di un tale tipo di approccio è, dunque, quello di ridurre i rischi, il tempo e i costi del progetto riducendo il Time to Market.
In un’Inception possiamo individuare 4 macro-fasi:
- La creazione di una visione di prodotto: si chiarisce lo scopo del progetto analizzando il problema di business che deve essere risolto. In questo modo si stabilisce il “cosa” e il “perché” specificando gli utenti ai quali ci si rivolge e il perimetro d’azione. Si crea, così, un allineamento e una visione globale sugli obiettivi.
- La strategia di sviluppo: si scende nell’analisi del “come” partendo dal comprendere gli User Journey degli utenti, il contesto e l'interazione con ambiente e soggetti esterni e identificando una soluzione tecnica praticabile.
- La pianificazione della roadmap: si inseriscono in una pianificazione flessibile (roadmap) le attività di alto livello e a più alto valore aggiunto necessarie per raggiungere il traguardo prescelto, l’MVP.
- Il set-up finale: in questa fase conclusiva si imposta l'ambiente di lavoro, gli strumenti e si definiscono i Working Agreement di team a seconda dell’approccio Agile prescelto (es. Scrum, Kanban etc).
Possiamo vedere, quindi, come un’Inception di successo ci permetta di essere più flessibili nella gestione di un progetto nella fase di Execution mantenendo, allo stesso tempo, una pianificazione di alto livello a lungo termine, fondamentale per contestualizzare le attività di sviluppo e prevedere per tempo eventuali criticità. È in questo modo che l’Agile, e quindi l’Inception, ci consentono di abbracciare e guidare il cambiamento, invece di subirne le conseguenze.