L’attività normativa in merito alla sostenibilità e in particolare alla rendicontazione delle performance aziendali continua a subire rapide evoluzioni.
Il 28 novembre 2022 il Consiglio Europeo ha approvato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), rafforzando ed estendendo l’ambito dei requisiti di reporting di sostenibilità.
Con il passaggio alla CSRD, l’Unione Europea sancisce l’importanza di standardizzare i principi base precedentemente adottati dagli stati membri.
L’obiettivo resta quello di uniformare il livello di “qualità” e di profondità delle performance richieste, riducendo l’area di azione degli stati membri attraverso una descrizione dei requisiti da soddisfare che lasci meno spazio alle singole interpretazioni.
La due diligence sui processi di gestione e l’assurance obbligatoria (ad oggi applicata solo in Italia, Francia e Spagna) diventano due aspetti fondamentali che giustificheranno sanzioni più severe per eventuali difformità.
Le altre principali novità riguardano l’introduzione della doppia materialità (grazie alla quale gli stakeholder potranno valutare anche gli impatti economici generati da “questioni di sostenibilità”), l’adozione del nuovo standard ESRS e l’ampliamento del campo d’azione.
Di conseguenza, si passa dalle attuali 11.700 entità in Europa interessate dalla NFRD alle quasi 50.000 che saranno progressivamente interessate entro il FY2028.
Aumentano gli obblighi di disclosure su impatti, opportunità, rischi, politiche, target e performance, incentivando il link tra informazioni finanziarie e di sostenibilità, che si verificano lungo tutta la catena del valore (a monte e a valle). Nei primi 3 anni di rendicontazione, sono previste misure transitorie per facilitare l’integrazione delle informazioni relative alla catena del valore.
Il quadro architetturale di ESRS prevede 12 indicatori generali (2 trasversali e 10 tematici) che copriranno le tre direttici principali della sostenibilità, ovvero quella ambientale, sociale e di governance ed altri specifici di ciascun mercato (per un totale di 41).
Sarà inoltre obbligatorio avvalersi di piattaforme digitali per marcare e rendere leggibili tutti gli indicatori da una macchina (formato ESEF), tracciare e rappresentare i dati mediante report e dashboard.
Quest’ultimo aspetto sottolinea una volta di più l’esigenza strategica e improrogabile di implementare una digital transformation dei processi di rendicontazione, che dovranno essere progettati per migliorare la qualità e la pertinenza delle informazioni comunicate adottando un approccio prospettico ma anche retrospettivo.
Per completare il quadro, la nuova CSRD richiede la conformità verso la nuova EU Taxonomy, un sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili, finalizzato a promuovere e incrementare gli investimenti degli stakeholder per finanziare la transizione verso la green economy. Tali informazioni saranno parte integrante del bilancio di sostenibilità.