La tua azienda sopravviverà alla rivoluzione dell’AI?

Mentre il mondo abbraccia l’AI, chi ricopre ruoli di leadership ha accesso alle sue potenzialità ma spesso ancora non sa come utilizzarle. Se anche tu ti trovi in questa situazione, potrebbe costarti caro, avvertono Tobias Studer Andersson, direttore dell’innovazione presso Sopra Steria Norway, e Tor W. Andreassen, professore di innovazione presso la NHH (Norwegian School of Economics).
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Mentre il mondo si muove rapidamente verso l’adozione dell’intelligenza artificiale (AI), molti leader aziendali si ritrovano con strumenti potenti a disposizione… ma senza sapere come usarli. Se vi riconoscete in questa situazione, attenzione: potrebbe costarvi molto caro! A lanciare l’allarme sono Tobias Studer Andersson, Innovation Director presso Sopra Steria Norvegia, e Tor W. Andreassen, professore di Innovazione presso la NHH (Norwegian School of Economics). 

Le aziende stanno facendo progressi nell’adozione dell’AI, ma siamo ancora alle fasi iniziali. Secondo l’istituto nazionale di statistica norvegese (SSB), poche imprese hanno davvero integrato l’AI nei propri processi operativi. Le potenzialità, specialmente con tecnologie più avanzate, restano enormi. Gli ostacoli possono essere strutturali: piccole imprese con risorse limitate, carenza di competenze specifiche o scarsi incentivi all’adozione. Ma il problema principale potrebbe essere ancora più profondo: un’errata comprensione di cosa sia realmente l’intelligenza artificiale. 

 

Avere l’AI non basta: bisogna saperla usare 

Alcune aziende utilizzano l’AI in modo strategico per creare valore e guadagnare quote di mercato. Altre si illudono che basti avere accesso agli strumenti. Non è così. Le nuove generazioni di AI saranno più rapide e più intelligenti. Chi parte ora, apprende più in fretta e costruisce soluzioni in grado di garantire la competitività futura. Chi aspetta rischia di essere travolto dal darwinismo digitale. 

 

L’AI richiede azione, non parole 

Secondo McKinsey, l’AI generativa potrebbe sbloccare un valore fino a 4.400 miliardi di dollari a livello globale. Eppure, secondo un rapporto di Sopra Steria, solo un progetto pilota su sette arriva alla fase di produzione. Molti vedono ancora l’IA solo come uno strumento per tagliare i costi, e non come un motore d’innovazione strategica. In mancanza di linee guida e strategie chiare, assistiamo a una situazione interessante: i dipendenti iniziano a usare l’AI in autonomia per aumentare la produttività o migliorare la qualità del lavoro – spesso all’insaputa di manager e colleghi. Se da un lato questo può portare benefici individuali, dall’altro raramente genera miglioramenti strutturali e strategici. 

 

La prossima generazione di AI è già arrivata 

Mentre molti leader stanno ancora cercando di capire la “prima generazione” di AI, la tecnologia è già andata oltre. Oggi parliamo di AI “a lungo termine” e agenti intelligenti in grado di apprendere, analizzare e ragionare nel tempo. Non è il futuro: è il presente. Le aziende che si muovono ora acquisiscono un vantaggio che i concorrenti non riusciranno più a colmare. Accumulano dati, competenze, insight. Costruiscono una cultura dell’apprendimento e dell’innovazione, e usano l’AI per creare soluzioni che rispondano davvero alle esigenze dei clienti. 


Per generare valore reale, l’IA deve servire a sviluppare prodotti migliori, servizi più intelligenti, maggiore personalizzazione e nuovi modelli di business. Si tratta di costruire nuovi flussi di ricavi, promuovere una crescita sostenibile nel tempo e aumentare la disponibilità a sostenerne i costi. L’AI può anche essere usata per risolvere problemi che, fino a oggi, erano irrisolvibili. 

L’AI è sperimentazione 

La cosa più importante dell’AI non è la tecnologia in sé, ma l’apprendimento che genera. Serve un approccio sperimentale: testare, fallire, capire cosa funziona. Significa evitare la trappola della “soluzione in cerca di un problema”. Chi comincia ora ha il tempo di costruire competenze e cultura dell’apprendimento. Chi aspetta rischia di rimanere indietro, privo di esperienza, intuizioni e strumenti per competere in un’economia guidata dall’AI. 
Ecco da dove partire: 

  • Definite una visione per l’AI: cosa dovrebbe apportare alla vostra azienda? 
  • Iniziate subito il processo di apprendimento: identificate problemi concreti che l’AI può risolvere e cominciate da lì.
  • Costruite un portafoglio di progetti: avviate piccoli progetti sperimentali che possano essere testati e poi scalati. 
  • Collaborate con l’esterno: coinvolgete partner come startup e università per sviluppare soluzioni insieme. 
  • Usate metodi di innovazione in modo sistemico: sperimentate, testate rapidamente, imparate più in fretta. 
  • Pensate in ottica di lungo periodo: le nuove generazioni di AI richiedono comprensione profonda, da costruire nel tempo. 

Il 2025 dev’essere l’anno in cui le aziende consolidate prendono sul serio l’AI e iniziano a creare valore reale. Il tempo dell’attesa è finito. L’AI non sostituirà aziende o posti di lavoro. Ma le aziende che usano l’AI sostituiranno quelle che non lo fanno. Non è una possibilità futura: la rivoluzione dell’IA è già iniziata. E per farne parte, bisogna agire oggi. 

 

Contenuto originale pubblicato il 20 giugno 2025: Will your company survive the AI revolution?

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