FIDA: il futuro finanziario fra regole chiare e diritti potenziati

di Manuele Mason - Consultant Senior Manager
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Nelle scorse settimane abbiamo approcciato il tema del PSD3 e della PSR ma, accanto al Payment Package, troviamo un’altra iniziativa legislativa di rilievo: il regolamento sull'accesso ai dati finanziari

Il quadro normativo noto come FIDA (Financial Data Access) mira a disciplinare l'accesso, la condivisione e l'utilizzo dei dati dei clienti nel settore finanziario. 

Questo quadro normativo stabilisce l'obbligo per i custodi dei dati di mettere a disposizione dei clienti i dati su richiesta e conferisce ai clienti il diritto di controllare come i loro dati vengono impiegati. Al suo interno, è prevista l'istituzione di schemi di condivisione dati che riuniscono detentori di dati, utenti e organizzazioni dei consumatori allo scopo di sviluppare standard comuni. 


Inoltre, il regolamento definisce requisiti per l'autorizzazione e le attività dei fornitori di servizi di informazione finanziaria, oltre a conferire poteri alle autorità competenti per la supervisione e l'applicazione delle norme

Il framework mira altresì a garantire un uso responsabile e non discriminatorio dei dati e prevede meccanismi di monitoraggio e controllo a disposizione dei clienti. 

Esplorando il quadro normativo del FIDA 

L'obiettivo primario del Finance Data Access (FIDA) è disciplinare le pratiche di accesso, condivisione e sfruttamento dei dati dei clienti nell'ambito del settore finanziario, al fine di garantirne una gestione responsabile e non discriminatoria. 

Il campo di applicazione del FIDA si estende alla sfera dei dati intersettoriali, promuovendo la trasparenza e la condivisione tra imprese e tra imprese e clienti in vari servizi finanziari. Una delle caratteristiche chiave di questa proposta è l'istituzione di definizioni precise per concetti fondamentali come "detentore dei dati", "utente dei dati" e "fornitore di servizi di informazione finanziaria". 

I detentori dei dati sono vincolati da obblighi specifici che impongono loro di mettere a disposizione dei clienti i dati richiesti e di condividerli su richiesta degli stessi. I clienti, d'altro canto, godono di diritti che includono la possibilità di richiedere la condivisione dei propri dati e il diritto di non subire discriminazioni basate sull'utilizzo di tali informazioni. 

L'uso responsabile dei dati è sottolineato come principio guida, richiedendo alle imprese di impiegare i dati in modo responsabile ed evitare discriminazioni, utilizzandoli esclusivamente per scopi concordati. Il monitoraggio delle autorizzazioni è affidato ai clienti attraverso strumenti specifici che consentono loro di tenere traccia dei permessi concessi per l'accesso ai propri dati finanziari. 

Il FIDA propone l'istituzione di schemi di condivisione dei dati che riuniscono detentori dei dati, utenti dei dati e organizzazioni dei consumatori. Questo approccio mira a sviluppare standard comuni e accordi contrattuali che facilitino una condivisione efficiente e sicura dei dati. 

Infine, vengono introdotte procedure di notifica per le imprese, sottolineando l'obbligo di informare le autorità in caso di restrizioni alla libertà di stabilimento.  

In sintesi, quindi, il Finance Data Access (FIDA) emerge come un regolamento cruciale nell'Unione Europea per disciplinare l'accesso e l'utilizzo responsabile dei dati finanziari. La sua integrazione con la strategia più ampia dell'UE dimostra un impegno tangibile verso un futuro digitale sicuro e armonizzato

      
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