Con i pagamenti digitali che diventano la norma e il contante che perde progressivamente rilevanza, la Banca Centrale Europea (BCE) si prepara a una risposta trasformativa: l’Euro Digitale.
Non si tratta solo di un adeguamento tecnologico, ma di una mossa strategica per riaffermare la sovranità europea sulla propria moneta e sulle infrastrutture digitali che la sostengono.
In un mondo in cui sistemi di pagamento, servizi cloud e stablecoin sono sempre più dominati da attori extraeuropei, le autorità dell’Unione vedono nell’Euro Digitale un’occasione per riconquistare il controllo dello strumento economico per eccellenza: il denaro.
Cos’è l’Euro Digitale e a che punto siamo oggi?
L’Euro Digitale è una Central Bank Digital Currency (CBDC), cioè una valuta digitale emessa dalla BCE e denominata in euro, proprio come le banconote. A differenza del contante, è pensata per essere utilizzata in ambienti digitali. Non è una criptovaluta né una stablecoin: è pienamente garantita dalla banca centrale, priva di rischio, e offre la stessa certezza giuridica e fiducia del denaro tradizionale. L’obiettivo della BCE è chiaro: garantire l’accesso del pubblico al denaro della banca centrale, anche in un contesto in cui i comportamenti di pagamento si spostano sempre più verso il digitale.
Oggi, la maggior parte dei pagamenti digitali in Europa è gestita da intermediari privati, spesso con sede fuori dall’UE. Nei pagamenti con carta, per esempio, il mercato è ampiamente dominato da player statunitensi. Allo stesso tempo, le Big Tech stanno sviluppando valute digitali e wallet proprietari che potrebbero ulteriormente ridurre il ruolo del denaro pubblico. In questo contesto, l’Euro Digitale rappresenta una questione di resilienza e sovranità, oltre che di innovazione.
Dal 2021 la BCE ha avviato una fase di analisi, oggi evoluta nella fase di preparazione, destinata a proseguire fino al 2025 o 2026.
Sono già stati lanciati cinque grandi tender per realizzare i principali building block: wallet, pagamenti offline, infrastruttura di accettazione, sistemi di back-end e componenti per la sicurezza e la prevenzione delle frodi.
Parallelamente, il quadro normativo è in discussione presso Parlamento e Consiglio europeo, ma il voto finale non è atteso prima del 2026.
Se tutto procederà secondo i piani, l’emissione potrebbe iniziare tra il 2027 e il 2028; anche se si tratta di uno scenario ottimistico, data la complessità tecnica e politica del progetto.
Come funzionerà?
La BCE ha progettato l’Euro Digitale per essere utilizzabile in un’ampia gamma di scenari quotidiani. Che si tratti di pagamenti online, in negozio, tra privati o anche offline, l’Euro Digitale è pensato per funzionare ovunque oggi si utilizzi contante o carte di pagamento. Uno degli aspetti più innovativi sarà proprio la funzionalità offline. Gli utenti potranno effettuare pagamenti peer-to-peer o acquisti in negozio anche senza connessione Internet, grazie a tecnologie di comunicazione locale basate su hardware, come l’NFC. Questo renderà l’Euro Digitale resiliente a interruzioni di rete, mancanza di connettività nelle aree rurali o situazioni di crisi.
Gli utenti potranno accedere ai propri Euro Digitali attraverso tre canali:
- tramite l’app della propria banca (integrated wallet);
- tramite una app dedicata dell’Eurosistema, sviluppata dalla BCE;
- oppure integrando l’ EUDI Wallet, per una soluzione unificata di identità e pagamento, come previsto dal regolamento eIDAS2.
La privacy sarà una priorità: le transazioni saranno pseudonimizzate, e la BCE non avrà accesso ai dati personali; solo gli intermediari regolamentati (come le banche) potranno gestire informazioni limitate per garantire la conformità alle norme antiriciclaggio. Sono inoltre previsti limiti di detenzione.
Per gli utenti privati, si ipotizza un tetto di circa 3.000 € per persona, per evitare effetti destabilizzanti sui depositi bancari. Per i commercianti, invece, è previsto un limite pari a zero: le imprese non potranno detenere Euro Digitali, ma dovranno convertirli immediatamente in denaro bancario dopo ogni transazione.
Questo garantirà che l’Euro Digitale non si sovrapponga alla liquidità detenuta dalle imprese presso le banche commerciali.
Cosa significa per le banche?
Un obbligo legale, ma una domanda difficile da stimare
Sebbene la BCE sarà l’emittente dell’Euro Digitale, la sua distribuzione avverrà esclusivamente tramite banche commerciali e Payment Service Provider (PSP) supervisionati, i quali avranno l’obbligo legale di renderlo disponibile ai propri clienti. I PSP saranno responsabili delle attività di onboarding, KYC, provisioning dei wallet, monitoraggio delle transazioni e servizio clienti.
Tuttavia, questo modello introduce una nuova dinamica: l’Euro Digitale potrebbe competere con i depositi bancari.
Nei periodi di instabilità economica, infatti, i clienti potrebbero preferire detenere Euro Digitali, privi di rischio e garantiti direttamente dalla BCE.
Detto questo, l’Euro Digitale non offre un vantaggio funzionale significativo per i consumatori. È probabile che venga utilizzato in modo simile alle carte di pagamento o ai mobile wallet oggi disponibili, come Apple Pay o Wero. Per la maggior parte degli utenti, l’esperienza d’uso sarà familiare, il che significa che il passaggio attivo dal denaro tradizionale all’Euro Digitale non sarà automatico né universale.
Ciononostante, il potenziale rischio di outflow dei depositi dovrà essere considerato nei modelli di funding delle banche.
Secondo la BCE, circa il 50% dei conti correnti dell’area euro contiene meno di 3.000 euro (l’attuale limite di detenzione previsto per l’Euro Digitale); ciò implica che una quota significativa della liquidità delle famiglie potrebbe migrare verso i Digital Euro wallet, soprattutto qualora emergessero dubbi sulla solidità delle banche commerciali.
Inoltre, ogni banca dovrà definire la propria strategia: dovrebbe promuovere attivamente l’Euro Digitale ai propri clienti? Offrirlo in modo neutrale? Oppure indirizzare la clientela verso prodotti alternativi, come carte o i nuovi wallet basati su pagamenti istantanei (ad esempio Wero o EuropA)?
Trasformazione operativa
L’introduzione dell’Euro Digitale richiederà importanti aggiornamenti IT e infrastrutturali. In particolare, le banche dovranno integrare i wallet all’interno dei propri sistemi, ma anche gestire una nuova tipologia di valuta, con logiche specifiche di gestione della liquidità per consentire le operazioni di funding e defunding, nuovi processi di back-end e chiari framework contrattuali:
- Il termine funding si riferisce all’operazione di conversione del denaro bancario tradizionale (un deposito) in Euro Digitale (denaro pubblico), trasferendolo nel wallet dell’utente.
- Il defunding, invece, è l’operazione inversa: la riconversione degli Euro Digitali in denaro bancario commerciale, cioè nei depositi tradizionali.
I sistemi IT dovranno inoltre garantire l’implementazione in tempo reale della logica a cascata (waterfall logic), per assicurare che gli utenti non superino mai il limite massimo di detenzione fissato dalla Banca Centrale Europea, consentendo al tempo stesso di ricevere o inviare pagamenti in modo naturale.
Saranno inoltre richiesti pagamenti in tempo reale 24/7 e un approccio privacy-by-design.
Anche se le banche hanno già affrontato richieste simili con l’introduzione dei pagamenti istantanei, l’impatto è comunque notevole, ad esempio sui processi contabili.
Infine, l’aggiunta di un nuovo strumento di pagamento accanto a carte e trasferimenti account-to-account (A2A) comporta sfide significative, tra cui la prevenzione delle frodi, l’applicazione di limiti transazionali e l’implementazione di meccanismi efficienti di risoluzione delle dispute.
Questi elementi saranno cruciali per garantire sicurezza, fiducia degli utenti e un’adozione fluida dell’Euro Digitale.
Come possono prepararsi banche e PSP
L’Euro Digitale non è solo una nuova tecnologia di pagamento: è una trasformazione strutturale dell’ecosistema finanziario europeo.
Le banche non possono attendere la definizione finale del quadro normativo: devono iniziare a prepararsi ora, in tre aree chiave.
- Liquidity readiness:
- modellare il comportamento dei clienti in base ai limiti di detenzione;
- rivedere le strategie di funding;
- eseguire stress test e definire soluzioni di deposito alternative;
- anticipare le nuove sfide nella gestione delle riserve e della liquidità.
2. System & architecture:
- identificare le componenti core banking impattate dall’integrazione dell’Euro Digitale;
- costruire o adottare un’infrastruttura wallet con logica waterfall/reverse waterfall;
- separare dati di identità e di transazione;
- prepararsi a scenari offline e multicanale.
3. Strategic positioning:
- monitorare l’evoluzione legislativa a livello UE;
- partecipare a pilot e test collaborativi;
- definire governance e posizionamento interno;
- formare i team aziendali.
Costruire insieme il futuro del denaro europeo
L’Euro Digitale non è solo un nuovo strumento di pagamento: è una pietra miliare nel percorso europeo verso sovranità, resilienza e inclusione nell’era digitale. Per le banche, rappresenta sfide concrete in termini di liquidità, fiducia dei clienti e integrazione dei sistemi, ma anche un’occasione unica per ridefinire il proprio ruolo in un ecosistema finanziario moderno. Sopra Steria crede che questo sia un momento decisivo, un punto in cui tecnologia, regolamentazione e visione convergono.
Supportiamo le istituzioni finanziarie attraverso:
- Workshop strategici per definire posizionamento e scenari di rischio,
- Technology health check per mappare i sistemi impattati e pianificare la readiness,
- Capacità end-to-end per accelerare l’integrazione di wallet, infrastrutture e compliance.
Perché l’Euro Digitale non riguarda solo il denaro.
Riguarda la costruzione di un sistema finanziario europeo aperto, affidabile e pronto per il futuro.
E il momento per costruirlo è adesso.
Contenuto originale pubblicato il 21 Agosto 2025: The Digital Euro: Reinventing Money, Redefining Banking.
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